mercoledì 27 giugno 2012

LA STRADA CHE FINISCE NEL NULLA



“Lei se la sentirebbe di percorrere da solo quella strada in una sera di inverno?” mi chiede la signora Pia Marchetto di Zona 9.
Effettivamente la prospettiva non sembra incoraggiante, da quello che appare nella fotografia. Obietto che questa non è certamente l’unica strada apparentemente poco sicura a Milano; ma l’obiezione non basta ad attenuare l’indignazione della signora Marchetto, che aggiunge: “certamente è l’unica che finisce nel nulla.”
Non vi è dubbio che la situazione di Via De Angelis costituisce una aberrazione dal punto di vista urbanistico, come mostra la figura seguente:

 
Chiunque si aspetterebbe che i cittadini di via De Angelis potessero liberamente incamminarsi per la via De Gasperis, e di qui raggiungere i viali di scorrimento principali, come viale Ca’ Granda e viale Suzzani.
Non è così.  Una barriera nel punto di cerniera tra De Angelis e De Gasperis costringe ad imboccare il viottolo dell’immagine di apertura, che dirige verso la tortuosa via Val Cismon. Un tempo l’accesso a quest’ultima era consentito soltanto al traffico locale; ahimè da qualche anno la scuola omonima è diventata un istituto privato di lingua inglese, sicché oggi all’orario di apertura (8-9.30) si contano circa 400 (!) automezzi anche di grossa cilindrata, e poco meno di 300 alla chiusura (15-16.30). Gli effetti sono ben descritti dalle immagini che seguono:

 
Si noti la nonna che sospinge il passeggino del nipotino (o della nipotina), tallonata dappresso da una macchina; mentre un’altra anziana signora è costretta dalla mancanza di un marciapiede a scendere sul piano stradale.

Come mai tutto questo? Dietro via De Angelis vi è una storia singolare, quasi incredibile che, con l’aiuto della signora Marchetto e dell’infaticabile signor Brusa non nuovo a chi ci legge, merita di essere conosciuta. Il seguito, come si suol dire, al prossimo numero.

Milano, 27 Giugno 2012                                        Claudio Conti

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