Nel primo scritto che ho postato
su questo blog ho accennato alla “macchina” – chiamata Civic City Monitor, o
più semplicemente CCM – che ho costruito per analizzare il modo in cui la “qualità
oggettiva della vita”, definita in termini di accessibilità ai servizi
essenziali, si distribuisce capillarmente sul territorio della città di Milano.
Con questo scritto propongo ora di
iniziare assieme un viaggio nei luoghi che, secondo CCM, risultano sotto tale
rispetto più carenti, e quindi meno fortunati rispetto a tanti altri. Anche se
in vari casi - tuttavia non mancheranno le sorprese, come si vedrà - l’esplorazione ci condurrà all’estrema
periferia della città, non è questo un motivo perché ci si debba dimenticare
dei concittadini che dispongono di un minore numero di servizi. Presidi per la
salute, mobilità, risorse educative e per il tempo libero, verde pubblico e
impianti sportivi: tutti questi sono altrettanti componenti essenziali del bene
comune ed è perciò un vero obiettivo civico quello di cercare di uniformarne
sin dove è possibile la condivisione: “partecipazione” è infatti un concetto
simmetrico, che prevede non solo un percorso dal cittadino verso il collettivo
(“esserci, dare”), ma anche un percorso dal secondo al primo (“ricevere, fruire
assieme”).
Inizierò con la zona 9, e non
perché questa rappresenti un’area critica o particolarmente svantaggiata:
elementi di criticità si possono trovare in molti punti della nostra città. La
ragione sta nel rapporto di particolare collaborazione che ho avuto il
privilegio di sviluppare con alcuni valorosi abitanti: rapporto che mi ha reso
sensibile ai problemi di una parte della città che conoscevo poco.
Il punto di partenza è la mappa
della “qualità della vita”, basata sul numero di servizi accessibili da ciascun
numero civico entro un raggio di 500 mt in linea d’aria. La figura si riferisce alla zona 9; ogni numero civico è colorato in funzione del corrispondente valore dell'indice globale elaborato da CCM.
L’indice varia tra un minimo di 1
ed un massimo di 100; anziché fornire un lunghissimo ed illeggibile elenco di
numeri, CCM si serve di una scala di 50 colori, dai toni bruni scuri
corrispondenti ai valori più bassi sino al blu cupo che contraddistingue il
massimo. Nella figura sono indicati 7 luoghi “esemplari”; dei due ai quali spettano
i valori più alti (Via Fara 41 e Via Galilei 5) non parlerò in questa sede se
non come termine di confronto; gli altri 5 costituiscono esempi di aree che –
stando a CCM – risultano significativamente meno avvantaggiate (attenzione:
esse non sono le uniche in zona 9, e vanno intese in questa sede solo in chiave
paradigmatica).
Due di questi ci portano all’estrema
periferia, e quindi a considerazioni che potrebbero apparire scontate; ma che
invece ritengo meritino di essere reiterate e tenute presenti. Il punto più
basso (1) dell’indice spetta a via Pesaro 50 (le immagini sono tratte da Google
Earth e non sono necessariamente aggiornate, del che mi scuso) :
Vediamo più da vicino i motivi
che hanno fatto sì che a Via Pesaro nel complesso toccasse il ruolo di “fanalino
di coda” in zona 9. La tabella seguente porta, in corrispondenza di alcuni
numeri civici sufficientemente “distanti” tra loro, il numero di servizi
accessibili entro un raggio di 500 mt lineari (totale a livello di n. civico,
medio a livello di via). Come si vede, l’unico servizio davvero esistente –
oltre alla panetteria ed al bar – è l’autobus, che in tal modo costituisce l’esclusivo
ed essenziale tramite perché gli abitanti di via Pesaro possano sentirsi in
qualche modo anch’essi cittadini di Milano. Nello stesso raggio non rientra
alcuna farmacia o supermercato, che evidentemente non hanno sin qui “osato” o
ritenuto conveniente spingersi da queste parti, e neppure (caso strano!) un ristorante. Il tempo libero qui sembra destinato a saturarsi davanti all'apparecchio televisivo o al bar; le due scuole per l’infanzia
sono accessibili ai numeri civici “bassi”, e lo stesso vale per l’unica
edicola. La stagione invernale deve pertanto porre non pochi problemi per
coloro che abitano al civico numero 50, che "dispongono" in tutto e per tutto di 1 fermata di autobus. (Il confronto con via Fara 41 è
ingeneroso, e non richiede commenti).
Per ora è tutto; degli altri
esempi – come si suole dire – alla prossima puntata
Milano, 14 luglio 2012 Claudio Conti
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