lunedì 10 settembre 2012

UN, DUE, TRE ... E IL TEATRO NON C'E' PIU'



Nel post precedente ho sottolineato la situazione paradossale che si è venuta a creare in via Madre Cabrini nel luogo dove una volta esisteva il Teatro di Porta Romana. Ho anche ricordato la seduta consiliare del 30 novembre 2001; non fu però in quell’occasione che venne presa la decisione di dare ufficialmente il via ai lavori previsti dalla convenzione tra il Comune e la società immobiliare Assisi: questo avvenne più tardi, durante la seduta consiliare del 14 gennaio 2002.

Vale la pena rileggere con attenzione questo documento per diversi motivi, tra i quali non ultimi gli aspetti legati al costume ed al linguaggio “politico”.

L’assessore Verga esordisce ricapitolando i contenuti della convenzione, sui quali mi sono già soffermato nel post precedente. Ricorda che la Commissione edilizia ha già espresso parere favorevole al piano di recupero ambientale, e afferma che il 2 luglio 2002 (!) il Consiglio di zona 1 ha formulato analogo giudizio: straordinarie capacità di preveggenza, o errore nel verbale? Conclude affermando che “ … mi sembra solo di dover sottolineare come con questo provvedimento noi non diamo solo un assetto corretto ad una zona importante ed interessante, ma anche acquisiamo nelle disponibilità o dirette o convenzionali della Amministrazione Pubblica uno spazio per le attività teatrali che, sicuramente, riveste grande importanza".

Di diverso avviso è il consigliere Fiano il quale, sia pure servendosi di un linguaggio tecnico / gergale abbastanza involuto, solleva quattro obiezioni a parere mio fondamentali. Le riassumo in termini semplificati:

§  Chi ci garantisce che il parcheggio alla fine venga realizzato? “Nelle opere di interesse privato, ma che hanno un contenuto convenzionale che traduce lo standard in parcheggi, di questi parcheggi la nostra Città ne è disseminata, non vengono conclusi, non vengono realizzati, non esiste un contenuto deliberativo sulla gestione di questi parcheggi. Non so se l’Assessore mi ha sentito …” Forse l’Assessore era impegnato in quel momento in altre questioni.

§  La convenzione prevede che l’erigendo Teatro sia ceduto al Comune al rustico: come mai di ciò non vi è traccia nella parte deliberante, bensì solo nella relazione tecnica allegata? Non è questione di poco conto: “abbiamo avuto in questa aula più e più discussioni sulla diversa forza prescrittiva dei contenuti deliberativi nel deliberato o nella relazione tecnica allegata”.

§  Non basta; nella relazione tecnica si sostiene che occorreranno altri 3 miliardi e mezzo di lire perché il rustico diventi un’opera finita. Ebbene: dove si possono rintracciare questi 3 miliardi e rotti nel bilancio del Comune di Milano? Tale somma è indispensabile perché si possa realizzare compiutamente l’opera che nella convenzione si sostiene essere ceduta al Comune; se essa  non è disponibile, allora il testo contiene affermazioni non vere.

§  Da ultimo: a chi verrà riconsegnato il Teatro? Se si tratta degli attuali gestori, non è pensabile che essi possano accollarsi il costo del completamento dell’opera. D’altra parte, una convenzione che fonda la sua particolare ragione d’essere sulla riqualificazione ambientale non può certamente tacere sull’uso specifico che del nuovo Teatro verrà fatto.

Di rincalzo interviene il consigliere Ciccioni, secondo il quale “questa delibera costituisce una normalissima operazione immobiliare che cerca una nobilitazione attraverso la cessione del rustico del teatro”. Prosegue con alcuni suoi calcoli, secondo i quali “gli standard sono del tutto insufficienti perché questa operazione possa essere portata in porto secondo la legge.” Inoltre si prevede una superficie di 1180 mq destinata a parcheggio e da cedersi interamente al Comune con l’assurda conseguenza in virtù della quale chi acquisterà un appartamento non disporrà di un proprio posto auto.

 La risposta a queste non secondarie eccezioni sollevate dall’opposizione è affidata dalla maggioranza alla consigliera Martini Giobbi. Il suo intervento merita a mio giudizio una citazione per esteso:


I parcheggi “non resi sufficientemente conoscibili ai fruitori” dovrebbero restare una perla indimenticabile nella storia del linguaggio “politico” del nostro Paese. Inutile dire che, dopo un intervento conclusivo dell’Assessore, a giudizio del quale “se c’è bisogno interverremo ancora, [ma] la situazione mi sembra assolutamente chiarita e definita”, la proposta viene deliberata: tra i  46 presenti, l’opposizione si astiene ed i 26 voti della maggioranza risultano sufficienti.

Questo l’antefatto. A me, leggendo questi vecchi documenti, viene in mente una sensazione ed un interrogativo. La sensazione – forte – è che il nuovo Teatro in realtà non lo volesse nessuno, almeno tra i proponenti, e che esso sia servito semplicemente come uno specchietto per le allodole. Ripeto: si tratta di una sensazione soggettiva, discutibile finché si vuole ed impossibile da dimostrare, almeno a me; eppure essa è ben radicata nella mia testa.

L’interrogativo viceversa è più “oggettivo” e difficile da zittire. Come è possibile – mi chiedo – che in una città come la nostra possa accadere che nessuno si accorga che la costruzione di un parcheggio sotterraneo non viene praticamente neppure iniziata, quando il buco nel terreno è lì per anni, davanti agli occhi di tutti i cittadini? Come è possibile che nessuno sia chiamato a fornire alla cittadinanza spiegazioni plausibili e non pretestuose sul motivo di questo vulnus al decoro di Milano?

Concludo rispondendo all’inevitabile domanda: a che punto siamo oggi? Il 19 aprile di quest’anno le signore Magnaghi Pollini e  Fumagalli hanno scritto al Sindaco Pisapia ed agli Assessori Castellano e De Cesaris ricordando la situazione che si è creata nell’area tra via Madre Cabrini e via Vaina. Quello che segue è il testo della risposta da parte dell’Assessore Castellano:

Gentile Signora Magnaghi Pollini,
ho ricevuto la vostra documentazione e sono a conoscenza del problema.
Il mio Settore Tecnico Infrastrutture ha eseguito, proprio in questi ultimi giorni, gli interventi minimali necessari  per il ripristino del passaggio per i pedoni sul lato dei numeri dispari di via Madre Cabrini.  
Ulteriori interventi di completamento potranno essere eseguiti una volta che sarà risolta la "questione" dell'area del Teatro.
Ma in questo caso, come ben sa, ci sono gravi problematiche in merito alla situazione dell'operatore privato che doveva lì intervenire.
So che i competenti uffici (Sportello Unico per l'Edilizia ed Urbanistica)  stanno monitorando la situazione e senz’altro vi sapranno dare dettagliate informazioni in merito.
Per quanto riguarda la riqualificazione a verde dell’area, con tutta probabilità entro questo mese verrà deliberato in giunta la possibilità di cessione di aree verdi a privati cittadini. Possiamo senz’altro, se siete d’accordo e nulla osta, concordare insieme questa soluzione.
Mi rendo disponibile per ogni eventuale chiarimento e con l’occasione le più vive cordialità.
Lucia Castellano

Un passo avanti, oltre che un non frequente gesto di cortesia nei riguardi di una cittadina? Dobbiamo augurarcelo; in ogni caso non sarebbe inutile – dal punto di vista della trasparenza e della partecipazione che questa Giunta ha eletto a propri obiettivi imprescindibili – che le gravi problematiche in merito all’operatore privato siano rese note, e con esse le responsabilità di chi in passato non ha vigilato come viceversa sarebbe stato indispensabile.

Milano, 10 settembre 2012                                                        Claudio Conti
 




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