Nel post precedente ho
sottolineato la situazione paradossale che si è venuta a creare in via Madre
Cabrini nel luogo dove una volta esisteva il Teatro di Porta Romana. Ho anche
ricordato la seduta consiliare del 30 novembre 2001; non fu però in quell’occasione
che venne presa la decisione di dare ufficialmente il via ai lavori previsti
dalla convenzione tra il Comune e la società immobiliare Assisi: questo avvenne
più tardi, durante la seduta consiliare del 14 gennaio 2002.
Vale la pena rileggere con
attenzione questo documento per diversi motivi, tra i quali non ultimi gli
aspetti legati al costume ed al linguaggio “politico”.
L’assessore Verga esordisce
ricapitolando i contenuti della convenzione, sui quali mi sono già soffermato
nel post precedente. Ricorda che la Commissione edilizia ha già espresso parere
favorevole al piano di recupero ambientale, e afferma che il 2 luglio 2002 (!) il
Consiglio di zona 1 ha formulato analogo giudizio: straordinarie capacità di
preveggenza, o errore nel verbale? Conclude affermando che “ … mi sembra solo
di dover sottolineare come con questo provvedimento noi non diamo solo un
assetto corretto ad una zona importante ed interessante, ma anche acquisiamo
nelle disponibilità o dirette o convenzionali della Amministrazione Pubblica
uno spazio per le attività teatrali che, sicuramente, riveste grande importanza".
Di diverso avviso è il
consigliere Fiano il quale, sia pure servendosi di un linguaggio tecnico /
gergale abbastanza involuto, solleva quattro obiezioni a parere mio
fondamentali. Le riassumo in termini semplificati:
§
Chi ci garantisce che il parcheggio alla fine
venga realizzato? “Nelle opere di interesse privato, ma che hanno un contenuto
convenzionale che traduce lo standard in parcheggi, di questi parcheggi la
nostra Città ne è disseminata, non vengono conclusi, non vengono realizzati, non esiste un contenuto deliberativo sulla
gestione di questi parcheggi. Non so se l’Assessore mi ha sentito …” Forse l’Assessore
era impegnato in quel momento in altre questioni.
§
La convenzione prevede che l’erigendo Teatro sia
ceduto al Comune al rustico: come mai di ciò non vi è traccia nella parte
deliberante, bensì solo nella relazione tecnica allegata? Non è questione di
poco conto: “abbiamo avuto in questa
aula più e più discussioni sulla diversa forza prescrittiva dei
contenuti deliberativi nel deliberato o nella relazione tecnica allegata”.
§
Non basta; nella relazione tecnica si sostiene
che occorreranno altri 3 miliardi e mezzo di lire perché il rustico diventi un’opera
finita. Ebbene: dove si possono rintracciare questi 3 miliardi e rotti nel
bilancio del Comune di Milano? Tale somma è indispensabile perché si possa
realizzare compiutamente l’opera che nella convenzione si sostiene essere
ceduta al Comune; se essa non è disponibile, allora il testo contiene affermazioni
non vere.
§
Da ultimo: a chi verrà riconsegnato il Teatro?
Se si tratta degli attuali gestori, non è pensabile che essi possano accollarsi
il costo del completamento dell’opera. D’altra parte, una convenzione che fonda
la sua particolare ragione d’essere sulla riqualificazione ambientale non può certamente
tacere sull’uso specifico che del nuovo Teatro verrà fatto.
Di rincalzo interviene il
consigliere Ciccioni, secondo il quale “questa delibera costituisce una normalissima
operazione immobiliare che cerca una nobilitazione attraverso la cessione del
rustico del teatro”. Prosegue con alcuni suoi calcoli, secondo i quali “gli
standard sono del tutto insufficienti perché questa operazione possa essere
portata in porto secondo la legge.” Inoltre si prevede una superficie di 1180
mq destinata a parcheggio e da cedersi interamente al Comune con l’assurda
conseguenza in virtù della quale chi acquisterà un appartamento non disporrà di
un proprio posto auto.
La risposta a queste non
secondarie eccezioni sollevate dall’opposizione è affidata dalla maggioranza alla
consigliera Martini Giobbi. Il suo intervento merita a mio giudizio una
citazione per esteso:
I parcheggi “non resi
sufficientemente conoscibili ai fruitori” dovrebbero restare una perla
indimenticabile nella storia del linguaggio “politico” del nostro Paese.
Inutile dire che, dopo un intervento conclusivo dell’Assessore, a giudizio del
quale “se c’è bisogno interverremo ancora, [ma] la situazione mi sembra
assolutamente chiarita e definita”, la proposta viene deliberata: tra i 46 presenti, l’opposizione si astiene ed i 26
voti della maggioranza risultano sufficienti.
Questo l’antefatto. A me,
leggendo questi vecchi documenti, viene in mente una sensazione ed un interrogativo.
La sensazione – forte – è che il nuovo Teatro in realtà non lo volesse nessuno,
almeno tra i proponenti, e che esso sia servito semplicemente come uno specchietto
per le allodole. Ripeto: si tratta di una sensazione soggettiva, discutibile
finché si vuole ed impossibile da dimostrare, almeno a me; eppure essa è ben
radicata nella mia testa.
L’interrogativo viceversa è più “oggettivo”
e difficile da zittire. Come è possibile –
mi chiedo – che in una città come la nostra possa accadere che nessuno si accorga che la costruzione di un parcheggio sotterraneo non
viene praticamente neppure iniziata, quando il buco nel terreno è lì per anni,
davanti agli occhi di tutti i cittadini? Come è possibile che nessuno sia chiamato
a fornire alla cittadinanza spiegazioni plausibili e non pretestuose sul motivo
di questo vulnus al decoro di Milano?
Concludo rispondendo all’inevitabile
domanda: a che punto siamo oggi? Il 19 aprile di quest’anno le signore Magnaghi
Pollini e Fumagalli hanno scritto al
Sindaco Pisapia ed agli Assessori Castellano e De Cesaris ricordando la
situazione che si è creata nell’area tra via Madre Cabrini e via Vaina. Quello
che segue è il testo della risposta da parte dell’Assessore Castellano:
Gentile Signora Magnaghi Pollini,
ho ricevuto la vostra documentazione e sono a conoscenza del problema.
Il mio Settore Tecnico Infrastrutture ha eseguito, proprio in questi
ultimi giorni, gli interventi minimali necessari per il ripristino del passaggio per i pedoni
sul lato dei numeri dispari di via Madre Cabrini.
Ulteriori interventi di completamento potranno essere eseguiti una
volta che sarà risolta la "questione" dell'area del Teatro.
Ma in questo caso, come ben sa, ci sono gravi problematiche in merito
alla situazione dell'operatore privato che doveva lì intervenire.
So che i competenti uffici (Sportello Unico per l'Edilizia ed
Urbanistica) stanno monitorando la
situazione e senz’altro vi sapranno dare dettagliate informazioni in merito.
Per quanto riguarda la riqualificazione a verde dell’area, con tutta
probabilità entro questo mese verrà deliberato in giunta la possibilità di
cessione di aree verdi a privati cittadini. Possiamo senz’altro, se siete
d’accordo e nulla osta, concordare insieme questa soluzione.
Mi rendo disponibile per ogni eventuale chiarimento e con l’occasione
le più vive cordialità.
Lucia Castellano
Un passo avanti, oltre che un non
frequente gesto di cortesia nei riguardi di una cittadina? Dobbiamo
augurarcelo; in ogni caso non sarebbe inutile – dal punto di vista della
trasparenza e della partecipazione che questa Giunta ha eletto a propri obiettivi
imprescindibili – che le gravi problematiche in merito all’operatore privato
siano rese note, e con esse le responsabilità di chi in passato non ha vigilato
come viceversa sarebbe stato indispensabile.
Milano, 10 settembre 2012 Claudio
Conti
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